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STAZIONE DI POSTA Nº51/52 · APRILE 1993
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PROFILI DEL FANTASTICO ITALIANO DEL NOVECENTO
A cura di Antonio Corsaro
Consiglio per i lettori delusi dell’attuale degrado del romanzo italiano
Rileggete i bei libri, gli edificanti capolavori che hanno preceduto questa contingenza epocale, i romanzi che ritenete formativi per la vostra personalità culturale, le vicende che hanno gonfiato di grandi speranze voi che uscivate da un nero incubo.
Rileggete davvero, oggi, fino alla noia, cercando di dimenticare (ove possibile) i civili entusiasmi, gli amori incipienti e, non ultima, l’età della prima lettura.
Vedrete che la nausea che provate vi precipiterà a commovente comprensione per ciò che morto non è, ma soltanto assopito, mortificato, deluso dagli stessi accidenti, dalla stessa putrida aria che ha corrotto voi al pessimismo.
Coraggio!
NON RESTA CHE TORNARE AI BUONI SENTIMENTI, AGLI INCORRUTTIBILI VALORI DELLO SPIRITO
Sta accadendo in questi mesi (e per quanto ancora?) cio che in cuor suo ognuno (dice) ha da molto tempo confidato che avvenisse: senza tuttavia aver contribuito affinché la pulizia etica auspicata si concretizzasse dissolvendo la calotta termica del malcostume: se non per noi, impeciati da questa lunga e opulenta Ricostruzione, almeno per le generazioni destinate a costruire il futuro. Sarebbe comunque un miracolo simile a quelli attribuiti al Beato Giovanni Colombini – Senese, fondatore dell’Ordine dei Gesuati, dal cui vaso da notte emanava una squisita fragranza, che indusse una giovane sfigurata a lavarsi il volto con l’orina del Beato (e restò sfigurata) – se vagheggiassimo di purificare l’invisibile perturbazione di colpevolezza con il fetore instillato in noi da quanto succede, col piacere voluttuoso di sorprendere nella polvere gli Dei e i simboli del nostro Tempo.
In un contesto tragico e moderatamente comico come l’attuale sorge legittimo il timore per la futilità dei nostri giochi di parole, per le enigmistiche letterarie, per le pompose corrispondenze del sapere. Ma siamo consapevoli che questo MEMENTO MORI incarnato dalla Società in tutte le sue fisiologiche funzioni, sia causa ed effetto dell’intossicazione del Costume Collettivo, e dunque anche dell’Etica che sorveglia, proteggendole in un limbo demenziale, le liturgie culturali fino ad averne disegnato una caricatura del malcostume politico, una grottesca camera di compensazione per ambizioni bruciate. Non ci sono davvero reali speranze che finalmente le querce fruttino limoni: gli agrumi non piacciono ai maiali rufolanti sotto l’albero: grossi e tronfi suini avvezzi a trogolare nella mota delle celebrazioni.
Stazione di Posta, e lo leggerete in questo numero, ha seminato molte iniziative con le quali spera di aggregare intorno alla rivista un serio e sereno dibattito sul Tutto che può interessare chi è abituato a pensare, a porsi delle domande prima di cercare spiegazioni; a ricostituire nell’immagine della Realtà un’Unità che la divisione del lavoro (teoria efficiente in economia, meno in altri campi) ha frantumato causando la perdita delle interazioni elementari prime e inscindibili nozioni per chi pretende di conoscere e non di almanaccare con fredda erudizione: per chi sostiene che l’uomo raggiunga la sua massima potenza nei sentimenti che può esprimere, nella capacità di tradurre questi sentimenti in irreversibile progresso dell’umanità.
La parte monografica di questo numero, Profili del Fantastico Italiano del Novecento, curata da Antonio Corsaro attraverso la selezione di testi di valore, riscopre un genere letterario che giudichiamo anche puntuale nel rilanciare una tendenza ormai in atto di un progressivo recupero di valori spirituali e simbolici mortificati e congelati dal razionalismo ideologico del dopoguerra, dalla fede distorta in un progresso inintelligibile che trascende l’individuo, straniandolo dai veri significati della vita.
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Paolo Codazzi
Non resta che tornare…
| Pag. | 3 |
IL TEMA
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Antonio Corsaro
Profilo del fantastico italiano del ‘900
| Pag. | 5 |
Marcello Verdenelle
Il “fantastico” nel primo Papini
| Pag. | 7 |
Michael McLoughlin
Verso una definizione retorica del fantastico: le avventure di Bontempelli nel paese delle meraviglie
| Pag. | 19 |
Filippo Secchieri
Savinio “critico fantastico”
| Pag. | 23 |
Monica Farnetti
“Sogni di locazione”: Malerba, Romano, Morante
| Pag. | 45 |
Antonio Corsaro
Percorsi del fantastico nella narrativa degli anni ‘80
| Pag. | 57 |
Alessandro Scarsella
L’ultimo genere – Il fantastico tra pratica, critica e teoria della letteratura
| Pag. | 66 |
Giampaolo Rugarli
L’autobus degli impiegati
| Pag. | 76 |
Plinio Acquabona
Il gallo polivoco
| Pag. | 84 |
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STUDI E LETTURE
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Corrado Marsan
Gli archivi del “Novecento Toscano
| Pag. | 95 |
Alba Donati
Figure della modernità. Georg Buchner contro l’arte
| Pag. | 102 |
Rosa Berti Sabbieti
Un ricordo di Margherita Guidacci
| Pag. | 110 |
Giancarlo Pandini
“L’uomo di vetro” di Carlo Lapucci
| Pag. | 112 |
Pietro Civitareale
“Lo specchio vuoto” di Anna Ventura
| Pag. | 113 |
Giovanna Vizzari
“Le colline, i maestri, gli dei“ di Giorgio barberi Squarotti
| Pag. | 114 |
Carlo Fiaschi
“lacerba“ L’avanguardia in rotativa
| Pag. | 115 |
Daniela Marcheschi
Guglielmo Petroni
| Pag. | 118 |
David Fiesoli e Cristina Lombardi
Itinerari lucchesi – Incontri letterari con gli autori della Società lucchese dei lettori
| Pag. | 120 |
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