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STAZIONE DI POSTA Nº11/13 · OTTOBRE 1986
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FIRENZE CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA
Questo numero di Stazione di Posta è “storico” perché dedicato interamente a Firenze Capitale Europea della Cultura (anche se non porta il policromo marchio di cui si fregiano pure i fabbricanti di brigidini) nel segno della rosa fresca aulentissima. Abbiamo perciò voluto ordinare, pur non essendo Pericle o Erode Attico, un nostro modesto Odeon sul Medioevo presente-futuro. E d’altronde Firenze non è Atene, anche se porta gli Acarnesi di Aristofane sulle scene. A parte gli “echi” di una Firenze “umbertina” peraltro minacciata, come altro sud, da crolli paurosi (purtroppo la nostra campagna per la derattizzazione è stata sottovalutata),
Stazione di Posta presenta dunque un Odeon con diari di terribili capibriganti borbonici (Crocco, Caruso), con testimonianze su briganti maremmani (Tiburzi, Stoppa, etc.) e “briganti neri” in camicia. Più medioevo di così. Per i professatori delle “magnifiche sorti” il Medioevo è giunto fino agli anni ’50 e su quegli anni così remoti il nostro Odeon presenta prose assai im/pertinenti fra ville e ragnaie, lettere dal profondo sud di Rocco Scotellaro, nonché “medaglioni” piccoli e grandi per narratori dell’epoca si cui è caduto il silenzio (Pavese, D’Arzo). Ancora dal Medioevo vengono i gitani di Lorca – scomparso cinquantanni orsono – che gli insegnarono l’arabesco rabdomantico del di/segno e le infantili cupoli di pianto del poeta fanciullo Sergio Corazzini, nato cento anni fa e, nel frattempo, dimenticato. Questa “nave dei folli”, per dire filologicamente con Lapucci che si fa teorico di questa filosofia evo-mediale (sempre meglio che multi-mediale), esce da Firenze senza l’imprimatur dell’Anno, mentre vi imperversano le polemiche sulle corporazioni dei Camarlinghi, la guardia nazionale fuoriesce dai tombini dopo la sorveglianza per la visita papalina (c’era da derattizzare allora!) , ed i critici d’arte lavorano giorno e notte alla compilazione dell’enciclopedia Tre Cani per elencare tutte le Mostre dell’Anno. Intanto dal finestrino della diligenza o nave dei folli, si sentono scandire slogans: Cristo non si è fermato ad Eboli, Berlinguer, ti voglio bene; 68’, è bello; Credere per provare. Così che il Medioevo sembra proporsi come Rinascenza e viceversa. Ma già i cittadini, con tanto di cuffia ed annessa registrazione, si muovono, come palline di flipper, da una Manifestazione all’altra nel cuore dell’Anno, con una rosa in mano, mentre la diligenza si allontana con le sue “ombre rosse”.
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Franco Manescalchi
Tutti all’Odeon
| Pag. | 1 |
Paolo Codazzi
Il tesoro sotto al duomo
| Pag. | 2 |
Mario Dentone
I mostri non più sacri
| Pag. | 11 |
Carlo Lapucci
La presenza del modello dell’uomo tradizionale nel mondo della borghesia commensale
| Pag. | 15 |
Renzo Ricchi
Sergio Corazzini: un poeta continuamente in lutto
| Pag. | 22 |
Rocco Scotellaro
Lettere inedite
| Pag. | 25 |
Liana De Luca
I ricordi di Nuto: Cesare pavese
| Pag. | 28 |
Ubaldo Bardi
Federico Garcia Lorca e la grafica
| Pag. | 30 |
Paolo Lagazzi
Un narratore degli anni ’40: Silvio D’Arzo
| Pag. | 31 |
Inisero Cremaschi
Romanzo di un giardino
| Pag. | 37 |
Angelo Australi
Il mio nonno barbiere
| Pag. | 39 |
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Giuseppe Giagnoni
Vita selvaggia
| Pag. | 41 |
Davide Barilli
Passi da riempire
| Pag. | 44 |
Filippo Nibbi
L’erba verde del ‘68
| Pag. | 47 |
Arnaldo Scaramuzza
Quanto sei bella Roma…
| Pag. | 49 |
Roberto Linzalone
I santi protettori delle frane
| Pag. | 51 |
Edoardo Bianchini
Lettera al direttore
| Pag. | 53 |
Ubaldo Bardi
Gli acarnesi a Firenze
| Pag. | 54 |
Alfio Cavoli
Tiburzi perchè
| Pag. | 57 |
Raffaele Nigro
Briganti del sud
| Pag. | 74 |
Ubaldo Bardi
Il sol dell’avvenire
| Pag. | 78 |
Gilda Musa
Identikit di un villaggio sperduto
| Pag. | 83 |
Franco Manescalchi
Nomadismo campaniano
| Pag. | 86 |
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